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ott, mar

La compagnia Bottega Buffa Circo Vacanti con i burattini Orixás di Luciano Gottardi chiudono giovedì 8 agosto il festival «L'Ora dei burattini».

La proposta, nel cortile della Rocca a Riva del Garda con inizio alle ore 21, è lo spettacolo «Un babalaô mi ha raccontato che…», in scena Luciano Gottardi (pupazzi Orixás), Laura Mirone (voce), Tullio Garbari (pianoforte) e Veronica Risatti (atabaques rum, rumpi e le) per la regia di Veronica Risatti e Luciano Gottardi. Ingresso libero.

«Un babalaô mi ha raccontato che…» nasce dalla coesistenza di linguaggi artistici apparentemente distanti per raccontare una storia semplice e comune a tutte le tradizioni mondiali: il mito della creazione. Per realizzare lo spettacolo la Bottega Buffa Circovacanti ha chiesto la collaborazione del burattinaio Luciano Gottardi, che si è reso disponibile a mettere in gioco le sue competenze nel teatro di figura per la costruzione dei dieci personaggi protagonisti della storia. Questi pupazzi di 60 centimetri realizzati e vestiti artigianalmente dagli stessi attori, sono la raffigurazione degli Orixás, identità di carattere divino appartenenti all’antica mitologia Iorubà. Di derivazione africana, specialmente da Nigeria e Benin, e tramandata da intere generazioni di schiavi trasportati dalle navi negriere del XVIII secolo, questa tradizione è presente e praticata ancora oggi in tutto il Brasile. Accanto agli Orixás, che saranno animati a vista, protagonista della scena sarà la musica. La sfida degli arrangiamenti musicali curati dalla musicista di compagnia, Francesca Righi, sarà far suonare assieme strumenti appartenenti a culture e stili diametralmente opposti come il melodico pianoforte e i tribali tamburi sacri del candomblè, chiamati atabaques. L’originalità dell’allestimento si arricchisce, infine, dalla proposta narrativa. La messa in scena del mito della creazione, secondo la mitologia Iorubà, seguirà un impianto scenico ideato dalla Bottega Buffa Circo Vacanti alla maniera del teatro delle marionette orientale. Infatti, mentre la musica accompagna e muove i gesti dei protagonisti, il racconto è affidato non a una voce narrante ma al canto di Alice Mosanghini, che interrompendo le parti dialogate aiuterà lo sviluppo della storia e la comprensione dello spettatore. Il testo, proposto e curato da Veronica Risatti con l’ausilio di Luciano Gottardi è un audace tentativo di riassumere un immenso patrimonio di documenti scritti editi, per la maggior parte, da un importante ricercatore francese di nome Pierre Verger (1902-1996) a testimonianza di una più vasta tradizione orale.