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Ad Arco è attivo il servizio gratuito di facilitazione digitale: in due postazioni, una in biblioteca (a Palazzo dei Panni in via Segantini 9) e l’altra all’archivio storico (a Palazzo Marcabruni Giuliani in piazza Tre Novembre 7), una persona appositamente formata accompagna l’utente nell’utilizzo delle tecnologie, dando risposta ai suoi dubbi e alle sue necessità.

Sono forniti (gratuitamente) supporto e formazione per migliorare la propria competenza digitale, quindi utilizzare l’identità digitale, il fascicolo sanitario (per trovare impegnative, prenotare visite mediche o esami specialistici), i pagamenti elettronici sicuri, le videochiamate, le app per lo smartphone, i servizi pubblici digitali (come l’iscrizione scolastica o il pagamento del bollo dell’auto), i corsi di formazione online, ma anche l’abbiccì del computer, la navigazione in internet, la posta elettronica, creare documenti di testo e di calcolo, gli strumenti per la comunicazione e molto altro. Ai cittadini non è fornita assistenza tecnica, ma vera e propria facilitazione digitale, con l’obiettivo di renderli autonomi e accrescere le loro competenze digitali.

Ogni incontro ha la durata di mezzora e lo si può ripetere secondo le proprie esigenze. È richiesto l’appuntamento, online (https://www.provincia.tn.it/Servizi/Digitale-Facile-prenota-un-appuntamento, con accesso tramite Spid, Cie o Cps/Cns) oppure tramite numero verde (800 228040) o di persona in biblioteca. La facilitazione digitale è svolta in biblioteca il lunedì e il giovedì dalle 9 alle 13 e il martedì dalle 14 alle 18; all’archivio storico il martedì dalle 9 alle 13 e il mercoledì dalle 14 alle 18.

La conferenza stampa di presentazione del nuovo servizio si è svolta nel primo pomeriggio di martedì 30 gennaio al terzo piano di Palazzo dei Panni, nella sala adibita a questo servizio, presenti l’assessore alla cultura, alla formazione e alla comunicazione Guido Trebo, il direttore della biblioteca civica «Bruno Emmert» Alessandro Demartin, la responsabile dell’archivio storico Maria Gonzato, il direttore dell’Ufficio piattaforme abilitanti e servizi cloud della Provincia Italo Della Noce e le facilitatrici Suada Meta e Sara Rizzato.

«Voglio ringraziare la Provincia che ci ha teso la mano dandoci la possibilità di attivare questo sportello -ha detto l’assessore Trebo- fornendoci due facilitatrici, che già in questo mese dall’avvio si sono cimentate e hanno raccolto dall’utenza un ampio gradimento. Grazie al direttore della biblioteca Demartin e alla responsabile dell’archivio storico Gonzato per aver concretamente lavorato alla realizzazione del servizio, che è una nuove e importantissima opportunità per la nostra cittadinanza».

«Grazie al Comune di Arco per la sensibilità e la lungimiranza -ha detto il direttore Della Noce- che non sono scontati. È importante per noi avere un rapporto stretto con i Comuni, che sono vicini al cittadino, il quale si fida e si sente a casa. Per ora ad Arco l’attività di facilitazione è di venti ore alla settimana, ma in prospettiva l’intenzione è di aumentare. Perché questo servizio? L’Italia è tra gli Stati più avanzati quanto a servizi digitali a disposizione dei cittadini, ma tra gli ultimi quanto al loro effettivo utilizzo. Dobbiamo quindi accompagnare l’utenza alla conoscenza e all’utilizzo di questi servizi, in grado di semplificare e di far risparmiare tempo. Oltre a questo, organizzeremo degli incontri su argomenti specifici, a partire dalla sanità e dalla cybersecurity, forse gli ambiti più importanti, per i quali dovremo dare la possibilità al cittadino di imparare almeno l’abbiccì. Dobbiamo far crescere la cultura informatica dei cittadini, l’obiettivo è che il Comune di Arco sia smart perché sono smart i suoi cittadini».

«Il servizio ha preso avvio alla fine di dicembre -ha detto il direttore Demartin- e ha riscosso rapidamente un notevole gradimento. Se i primi giorni non c’era quasi nessuno, già ora abbiamo quasi sempre il tutto esaurito. L’obiettivo di questo progetto è arrivare al 70 per cento di cittadinanza in possesso di una competenza digitale almeno di base: non è semplice, basti pensare che secondo le statistiche in Italia a possederla è solo il 42 per cento della popolazione. È un progetto ambizioso ma per uno scopo molto importante perché i servizi pubblici saranno sempre più digitali. Per quanto riguarda le biblioteche si dibatte da anni su cosa devono diventare: se negli anni Novanta il bibliotecario era l’interfaccia fra utente e documento, oggi, nell’epoca in cui informazioni e documenti sono digitali, dobbiamo fornire ai cittadini la competenze per raggiungere l’informazione. Questo lo facciamo da tanti anni, prima mettendo a disposizione le postazioni informatiche, poi la wifi. Oggi quello che serve è la competenza digitale, anche per tutelarsi dagli hacker e per orientarsi in un mondo invaso dalle fake news».