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Nel giorno dedicato alla memoria della Shoah il Comune di Arco come tradizione ha ricordato le persone che da qui furono deportate ad Auschwitz e non fecero più ritorno, Eva Haas Flatter, Gino Tedeschi e Arturo Cassin, e Leo Zelikowski, internato e sopravvissuto, straordinario testimone di pace, insignito nel 2008 della cittadinanza onoraria del Comune di Arco, scomparso nel 2012 all’età di 102 anni.

La cerimonia, come sempre molto partecipata, si è tenuta nel tardo pomeriggio di sabato 27 gennaio al monumento a loro dedicato in via Bruno Galas. Per l’amministrazione comunale c’erano il sindaco Alessandro Betta, l’assessore alla cultura Guido Trebo e una rappresentanza della Giunta con Giancarla Tognoni, responsabile dell’Ufficio cultura. Presenti anche alcuni consiglieri comunali con il presidente Flavio Tamburini e il presidente del Consiglio provinciale Claudio Soini. Ancora, erano presenti i due ex sindaci Ruggero Morandi e Paolo Mattei, il parroco don Francesco Scarin, il Gruppo Alpini con il capogruppo Giorgio Vivori, il consigliere di Zona Mario Gatto e il consigliere della sezione di Trento Carlo Zanoni. Presenti anche le rappresentanze delle forze dell’ordine, della polizia locale e della Croce Rossa, dei Bersaglieri e dei due gruppi scout arcensi, Agesci e Cngei. Come di consueto ha preso parte alla cerimonia la prof.ssa Maria Luisa Crosina, insignita nel 2022 in questa stessa occasione del Gonfalone d'Argento, segno dell'onorificenza al merito della città di Arco per i meriti legati alla ricerca e alla promozione della cultura, specialmente nell'ambito della storia delle persecuzioni razziali, e in particolare all'attività di ricerca e documentazione che ha portato alla scoperta delle vicende degli ebrei arcensi deportati e alla realizzazione del monumento loro dedicato ad Arco. Presente anche Romano Turrini, insignito del Gonfalone d’argento nel 2013 per l’impegno civico negli ambiti culturale e della solidarietà.

Il primo intervento è stato dell’assessore Trebo, che ha ricordato il senso della celebrazione del Giorno della Memoria: «Questa giornata è consacrata al ricordo del genocidio perpetrato dai nazisti -ha detto- e celebrarla è un atto di vera e propria resistenza contro l’oblio. Quello che rinnoviamo oggi è l’impegno a non dimenticare quello che è stato fatto contro ebrei, omosessuali, malati mentali, minoranze etniche e oppositori politici. Un impegno importante soprattutto in un momento come questo, in cui in Europa stanno prendendo piede movimenti estremisti. Quello che dobbiamo ricordare è che, di là dalle innumerevoli differenze che ci possono essere tra di noi, possiamo sempre riconoscerci, tutti, nell’essere umani».

«Essere qua oggi è doveroso -ha detto il sindaco- e sono davvero contento della grande partecipazione, specie in un momento come quello attuale, che richiederebbe forse di celebrare la Giornata del presente. Un momento storico in cui ci sentiamo impotenti di fronte alle guerre, all’orrore, alla morte e alla distruzione. Siamo qui a ricordare una della più grandi vergogne del genere umano, che è certificata come tale, mentre spetterà ad altri certificare le vergogne attuali, quelle che si stanno consumando in queste settimane. Se siamo qua oggi è perché quello che abbiamo nel cuore è lo spirito della pace, quello che ci unisce è il no deciso che diciamo alle guerre. Non è vero che siamo silenti e indifferenti, sono tantissime le persone che quello che sta accadendo lo condannano fermamente e certo non si voltano dall’altra. Qui oggi c’è uno spirito diverso da quei governanti che dovrebbero vergognarsi di quello che stanno  facendo. Non esistono guerre giuste, la guerra è sempre orrore».

Anche il presidente Soini ha sottolineato l’importanza di celebrare la Memoria e ha apprezzato, in particolare, la presenza di tante ragazze e tanti ragazzi.

La prof.ssa Crosina ha ricordato le vicende del 1943 ad Arco e l’attività di ricerca con cui ha ricostruito quanto accaduto, che ha portato alla realizzazione del monumento dedicato ai deportati da Arco e alla celebrazione, nel 1993, della prima Giornata della Memoria, molto prima che fosse istituita dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite (cosa che avvenne nel 2005).

«Quest’anno ricorre il trentesimo anniversario della realizzazione di questo monumento, credo che siamo stati il primo Comune d’Italia a istituire la Giornata della Memoria, inizialmente il 21 dicembre, giorno in cui ci fu il rastrellamento. E sono dieci anni che è stata aggiunta la lapide che ricorda Leo Zelikowski, concittadino benemerito. Nelle mie iniziative devo dire di aver sempre avuto il pieno appoggio dell'amministrazione comunale, e a queste giornate si è sempre registrata una folta partecipazione della cittadinanza. Questa, quindi, non è mai stata una ricorrenza imposta ma è venuta dal cuore degli arcensi».  

Il sindaco Betta assieme alla prof.ssa Crosina hanno quindi deposto un sasso alla base del monumento, secondo l’antichissima tradizione con cui il popolo ebraico ricorda i cari scomparsi, e hanno acceso e deposto, ognuno, una candela.

Tommaso Ulivieri, consigliere comunale con la delega, tra l’altro, all'Inclusione, ai diritti civili e alla pace, impossibilitato a partecipare, ha prodotto una nota scritta: «Il 27 gennaio è il Giorno della Memoria della Shoah -scrive il consigliere- l’olocausto di milioni di ebrei per la follia razzista e genocida del nazismo, della collaborazione e del silenzio dei fascismi e dell’ignavia europea. Una giornata imprescindibile per oggi e per le generazioni a venire, nell’eterna ricerca della pace e della fine di ogni sopraffazione. Un giorno da celebrare sempre e comunque, ricordando quelle morti orrendamente pianificate, i familiari e le persone sopravvissute con lo stigma di quel ricordo faticoso da esprimere, l’eroica ricerca di verità e giustizia, la banalità del male individuata nelle riflessioni di chi ha cercato di capire. Ma quella di quest’anno, se non vogliamo peccare d’ipocrisia e di tradimento proprio di quelle vittime, non può essere una giornata della memoria come le altre. Non può esserlo perché proprio in quella terra promessa a chi è sopravvissuto al genocidio nazista è in atto il massacro del popolo palestinese nella striscia di Gaza da parte dell’esercito israeliano, con modalità così palesemente crudeli che non sfuggono alla pervasività della diffusione mediatica odierna e che hanno provocato, in poco più di cento giorni di offensiva, oltre 24 mila morti civili (due terzi donne e bambini), compresi personale Onu, operatori sanitari e giornalisti, e 60 mila feriti; il 69% degli edifici danneggiati, quasi due milioni di sfollati e oltre 500 mila in situazione di “fame e carestia catastrofiche”. Un’offensiva militare che segue l’azione criminale di Hamas, organizzazione islamista finanziata anche da Netanyahu, del 7 ottobre 2023, con oltre 1200 israeliani morti, che va duramente condannata come altrettanto giustamente contestualizzata non “in the vacuum” (non dal nulla , come ha detto il segretario dell’Onu Gutierres), ma a seguito di 75 anni di occupazioni illegali e di vessazioni di Israele sui palestinesi, con il sostanziale appoggio di Usa e Paesi occidentali. Il 27 gennaio è la giornata della memoria di quella vetta d’inumanità raggiunta a metà del secolo scorso. E che dovrebbe servire a non aggiungerne altre».