Riceviamo e pubblichiamo.
Il comitato “Rispettando il Garda” nasce durante l’estate 2021, su iniziativa di un gruppo di cittadini gardesani preoccupati per la salute e per il futuro del bacino lacustre, dei suoi dintorni, delle persone che abitano e amano questo luogo straordinario. Già prima della pandemia alcuni fondatori si sono riuniti per immaginare nuovi modelli di sviluppo per il Lago di Garda, ma le restrizioni dovute all’emergenza hanno purtroppo impedito il proseguire di questa iniziativa. A giugno 2021, quando si stava cominciando a vedere e godere l’entusiasmo delle riaperture e il ritorno alla vivacità del territorio gardesano, la tragedia dell’incidente mortale che ha causato la morte di Greta Nedrotti e Umberto Garzarella ha scosso profondamente e indelebilmente l’intera comunità. È stato allora che l’urgenza di un’azione condivisa è diventata un concreto percorso, che porterà alla prima riunione pubblica di “Rispettando il Garda”, venerdì 22 ottobre alle 21:00, presso la palestra di San Felice del Benaco in Via Giuseppe Mazzini, al fine di coinvolgere il maggior numero possibile di cittadini in un’azione dal basso, che informi e attivi l’opinione pubblica. Crediamo in un progetto che a media e lunga scadenza offra al Lago di Garda la concreta opportunità di continuare ad essere quel luogo unico al mondo per ricchezza naturale, economica, sociale e culturale che conosciamo, ma che vediamo in grave e imminente pericolo.
Abbiamo scelto il nome “Rispettando il Garda” perché crediamo che la sicurezza e il benessere del “nostro” lago siano già oggi lesi e penalizzati da una cultura che proprio di rispetto manca, da una modalità aggressiva di sfruttamento miope e senza una progettualità concreta, realistica, concertata e costruttiva. Abbiamo di proposito scelto il verbo nella sua coniugazione più attiva.
La pandemia non ancora finita ha palesato in modo ormai innegabile quanto gli equilibri della Natura siano fragili, e quanto gli effetti dello sconvolgimento dell’ecosistema ci coinvolgano tutti. Il dramma che ha spezzato le vite di Greta e Umberto, e distrutto quelle delle loro famiglie, è stato da moltissimi vissuto come personale: non è stata nè la prima nè l’unica nè l’ultima sciagura che, sul Garda come su altri laghi, è accaduta in tempi recenti. La situazione della navigazione sul bacino gardesano è fuori da ogni controllo, sia dal punto di vista del mancato rispetto delle regole esistenti, sia della carenza di regole più stringenti che possano assicurare la tutela delle persone e dell’ambiente: se n’è accorta anche la politica e desideriamo partecipare e dare sostegno alle azioni che dovranno portare a un cambiamento di rotta. Siamo convinti che anche dal punto di vista dello sviluppo economico il modello esistente abbia vita corta e lascerebbe al Garda e alla sua popolazione danni irreversibili a 360 gradi. Per questo riteniamo fondamentale un confronto tra tutti coloro che, vivendo questo territorio, sono portatori di interessi, convinti che un’interpretazione più ampia e lungimirante di questa parola sia, non solo necessaria, ma un’opportunità oggi imperdibile e imprescindibile. Crediamo che cogliere con intelligenza, competenza e partecipazione questa possibilità possa portare novità positive ed evitare, non solo altri incidenti – che a questo punto sarebbero annunciati – ma un declino della qualità di vita intorno al Garda. Auspichiamo che cittadinanza, politica ed esercenti vedano in questa nostra iniziativa l’inizio di percorsi paralleli e comuni, che permettano di mettere oggi le basi per un domani prospero, salubre e sicuro per tutti.